Venice Gardens Foundation, nel perseguire la protezione della natura, il sostegno delle arti e della conoscenza, valori cardine del mecenatismo, dopo il restauro nella città di Venezia dei Giardini Reali di San Marco, è ora impegnata nel restauro dell’esteso Giardino, con l’Orto, le Cappelle di meditazione, le Antiche Officine, la Serra e l’Apiario del Convento della Chiesa del Santissimo Redentore. Luogo storico e simbolico, alta espressione della spiritualità cappuccina, il Complesso del Redentore, che dal canale della Giudecca si estende per circa un ettaro fino alla Laguna, fu realizzato dalla Serenissima e da Papa Gregorio XIII come simbolo di gratitudine e rinascita in seguito alla peste del 1575-1577.
L’Orto Giardino con i frutteti (pomaria), le erbe officinali (horti simplicium), i fiori per l’ornamento degli altari, le aree alberate, riferibili alla selva indicata nelle prime costituzioni cappuccine, e l’apiario (apiarium), ha rappresentato per secoli una fonte di sostentamento e di reperimento delle erbe officinali, indispensabili alla vita comunitaria; è considerato da sempre un bene prezioso al quale dedicare grande cura e proficuo lavoro, sia per gli aspetti produttivi, sia per la meditazione e la preghiera, nella contemplazione delle meraviglie del creato.
Il Compendio, mai aperto al pubblico, si presenta profondamente segnato dal trascorrere del tempo e dalla “acqua granda” del novembre 2019, una marea eccezionale che, raggiungendo i 187 centimetri, ha sommerso e devastato la città di Venezia. Per impedire che andassero perse le tracce di una testimonianza di così importante rilevanza paesaggistica, culturale e religiosa, esempio tramandato dello spirito francescano, e in particolare cappuccino, del “Paradiso in terra”, il 19 maggio 2021 il Compendio Monumentale è stato affidato a Venice Gardens Foundation dalla Curia Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, con l’autorizzazione della Santa Sede (Congregatio pro Institutis Vitae Consecratae et Societatibus Vitae Apostolicae) e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.
Il progetto è volto al restauro, alla cura, alla coltivazione e all’apertura ai visitatori nel rispetto dello spirito del luogo, attraverso un disegno durevole nel tempo, che riconduce all’importante tradizione dei giardini e degli orti conventuali, alla loro ricchezza e capacità di sperimentazione, ma che al contempo guarda al futuro con consapevole e responsabile impegno: sostenibilità e autosufficienza sono i principi di riferimento che indicano la via.
La Fondazione ha affidato il progetto del restauro botanico a Paolo Pejrone, giardiniere e architetto paesaggista di fama internazionale, allievo di Russell Page e Roberto Burle Marx, autore, tra i tanti lavori, anche del ripristino dell’Orto di Santa Croce in Gerusalemme a Roma; e il progetto di restauro architettonico ad Alessandra Raso, architetto impegnato in restauri di importanti complessi storico-artistici e progetti per istituzioni culturali, tra cui la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano.
Il progetto botanico è finanziato dall’Unione Europea NextGenerationEU con un contributo di due milioni di euro (PNRR Ministero della Cultura Restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici) e il progetto di restauro architettonico sarà realizzato grazie al sostegno di generosi mecenati.