Le api a Venezia e nelle barene

Mentre la tradizione ermetica insegna che ogni aspetto del creato è in relazione con l’interiorità dell’essere umano, abbiamo ricevuto in eredità un pianeta segnato da una cultura che ha incrinato pericolosamente tale equilibrio, isolando progressivamente le due entità.
Emblema di coraggio, simbolo di spiritualità, presenti nel corso della storia in tutte le mitologie come punto di riferimento per i pensatori di ogni epoca e civiltà, le api ci ricordano che siamo parte di qualcosa di più grande e che tutto è in connessione. Necessarie per la sopravvivenza dell’ecosistema e dell’equilibrio naturale, grazie alla loro attività di impollinazione, le api sono oggi un “patrimonio in pericolo” da proteggere.
Al fine di contrastare la loro scomparsa e di farne conoscere l’imprescindibile funzione, Venice Gardens Foundation, in stretta collaborazione con gli Enti di ricerca nazionali e internazionali preposti, è impegnata nello studio, nella formazione e nelle azioni che possano concorrere a un’adeguata protezione delle “sentinelle” del nostro ambiente.

Le api ai Giardini Reali

La presenza di due alveari nei Giardini permetterà di osservare la vita delle colonie, richiamando l’attenzione internazionale verso la fragilità della loro esistenza e la necessità della loro tutela.
E come nel Jardin du Luxembourg a Parigi il Senato ha voluto un apiario che fosse espressione anche della bellezza, così nei Giardini Reali di Venezia l’intervento artistico ne delineerà le forme rendendoli universalmente conosciuti e riconoscibili.

L’apicoltura naturale in Laguna

Venice Gardens Foundation è impegnata inoltre nello sviluppo di un progetto di ricerca fondato sul rispetto delle caratteristiche biologiche dell’ape mellifera e sulla individuazione di condizioni naturali più favorevoli, che permettano alle api di costruire il favo anche senza l’introduzione di fogli cerei e di contaminanti chimici a volte a loro associati, senza ricorrere alle pesanti operazioni di selezione oggi generalmente in uso. Nell’apiario sperimentale della Fondazione, nelle valli da pesca della Laguna di Venezia, verranno sviluppati studi comparativi, mediante l’utilizzo sia di arnie razionali di uso comune che di arnie a favo naturale, sugli aspetti qualitativi e quantitativi attinenti al benessere della famiglia, al suo sviluppo in relazione all’andamento stagionale, alla tendenza a sciamare.

Caratterizzazione del miele di barena

Nelle isole della Laguna la presenza di api, selvatiche o allevate, è antica, come anche la transumanza degli apiari trasportati sulle barche.
Documenti sulla produzione del miele di barena nella gronda lagunare veneziana risalgono all’Ottocento e una fotografia presente nella rivista “L’Apicoltore moderno” del 1938 documenta lo spostamento delle arnie in seguito all’allagamento delle barene. 
Il miele di barena, tipico della Laguna di Venezia, risente fortemente sia delle caratteristiche salmastre dei suoli, sia dell’influenza
del tipo di flora alofila presente (il Limonium narbonense, pianta erbacea che fiorisce tra metà luglio e fine agosto, conferendo alle barene delle caratteristiche sfumature viola dovute al colore dei suoi fiori; l’Aster tripolium, pianta erbacea con fiori di colore giallo e violetto che fiorisce da metà agosto fino a settembre; la Salicornia fruticosa, pianta cespugliosa con fusti carnosi e piccolissimi fiori gialli che fiorisce da settembre a ottobre). Tali influenze si riflettono in modo evidente sulle sue proprietà organolettiche e nutrizionali che lo rendono speciale e unico: il miele di barena è infatti generalmente caratterizzato da un profumo molto intenso e da un sapore leggermente amarognolo persistente con proprietà balsamiche e benefiche per le vie respiratorie.
In ottemperanza alle norme vigenti in materia di caratterizzazione dei mieli, verranno eseguite analisi fisico-chimiche e melissopalinologiche per autenticarne l’origine e le caratteristiche, sia da un punto di vista botanico che geografico, sensoriali o organolettiche, e per identificare eventuali impurità e costituire un “modello di riferimento”.